Estratti


"Giro il polso e osservo l'estremità delle linee rosse che rigano l'avambraccio. Sono fresche, mi sono tagliato la sera prima.Ormai sono passati due anni da quando lo faccio. Il motivo è chiaro:sono depresso. La mia depressione è detta psicogena o reattiva, io e lo psicologo ci stiamo tuttora lavorando. Suppongo che sia scaturita dalla totale mancanza di amore, o dalla mia intolleranza alla vita, non lo so. So solo che mi sento improvvisamente inghiottito da un buco nero e profondo. Per risalire e quindi, sentirmi meglio, devo assolutamente tagliarmi."


"È l’ora di cena, e a casa mia non si cena. Josh è ancora lì, in stato vegetativo, incollato alla bottiglia di whisky scadente. La stanza puzza di stantio, alcol e forse anche di vomito. Voglio prendere un po’ d’aria, ma il buco nero e profondo mi ostacola. A volte lo immagino, prende forma, diventa una massa scura dotata della proprietà magnetica. Una grossa e ingombrante calamita. Sebbene i sensi di colpa e la consapevolezza di sbagliare mi tormentino il cervello, ci cado. Ricordo ancora come fu la prima volta. Avevo una forte paura di sentire dolore, la mano tremava indecisa, faticavo a tenerla salda. Poi i brutti pensieri m’invasero violenti ogni particella del corpo. Presero il sopravvento e così, avvicinai il metallo freddo al polso. Piano, sfiorai la mia carne, la sensazione di vuoto però, non passava. Lo rifeci, con foga e intensità, il sangue scorreva copioso e caldo, odorava di acre. 
Ed io stavo già meglio."

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